mercoledì 29 luglio 2015

"Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c'è una lunga, c'è una lunga penna nera.." Da Donnas all'Alpe Bonze (AO)

"Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga, c'è una lunga penna nera,
che a noi serve, che a noi serve di bandiera
su pei monti, su pei monti a guerreggiar.

  Oilalà!

 

Su pei monti, su pei monti che noi saremo,
coglieremo, coglieremo stelle alpine,
per donarle, per donarle alle bambine
farle piangere, farle piangere e sospirar

  Oilalà! 
....
Evviva evviva
 il Reggimento
Evviva evviva
 il Corpo degli Alpin ! "


Domenica, durante la discesa dall'Alpe Bonze (Donnas, AO), questa è stata la colonna sonora dei nostri passi, mentre il ricciolino biondo, con la penna appena colta sul cappello, faceva "il capitano" del Reggimento, precedendoci e comandando a bacchetta!

D'altro canto, il nonno bis materno era un alpino, così  come uno zio paterno, ed è un corpo che il ricciolino biondo aveva conosciuto in una bella occasione di festa.

E poi, dopo la "ninna nanna del chicco di caffè" che mi tocca cantare senza interruzione in macchina, la sera e spesso anche a spasso, ci voleva un cambiamento!

Siamo stati a camminare dietro casa, letteralmente, su una di quelle montagne che vedo tutti i giorni dalla finestra del salotto. L'idea era quella di raggiungere il rifugio Bonze, recentemente ristrutturato con denaro comunale e regionale (quindi anche mio), ma un pò ci siamo persi negli alpeggi sottostanti, un pò abbiamo preferito fare un pezzo più a lungo a piedi anzichè salire su per la strada sterrata fino all'ultimo alpeggio utile, un pò era tardi ed il nano stanco, alla fine non ci siamo arrivati.

Tuttavia, abbiamo scoperto (almeno io ed il nano, visto che per noi era la prima volta in zona), dei prati ampi, una bella vallata ed una vista magnifica sul fondovalle



Faceva caldo e la siccità era visibile, però gli alpeggi erano in piena attività ed il sentiero risistemato, nella parte alta, molto bello, anche se troppo esposto per il ricciolino. 
A mio parere, però, perchè secondo l'Alpmarito non c'era alcun rischio e io sono superansiosa !





 Il silenzio e la scarsa frequentazione hanno reso la passeggiata ancora più piacevole, come la vista sulle cime.

Peccato solo che la nuova strada sterrata, pagata a caro prezzo con fondi pubblici locali (e dunque, ribadisco, anche con i miei soldi), abbia praticamente fatto scomparire una parte del vecchio sentiero e reso difficilmente praticabile un'altra...

..una devastazione che fa sì che ora tutti salgano in auto fin dove possibile.
Ciò rende più frequentato il luogo e giova ai quattro alpeggi in quota ed al rifugio, ma a mio parere questo vantaggio non è giustificato dalle modifiche ambientali introdotte e dai costi sostenuti.

Comunque, è stato bello scoprire boschi e prati così vicini a casa, di una bellezza inattesa, e camminare tutti insieme, di nuovo.
Il ricciolino biondo, ad un certo punto, si è quasi addromentato sulle spalle del papà e non ci ha risparmiato qualche pianto e capriccio, soprattutto nel primo pomeriggio, quando la stanchezza si è fatta sentire, però ha camminato per due ore e mezza buone, se non di più.

Con la sua lunga penna, si intende!!!

p.s. La passeggiata si presta per scoprire la basse Valle d'Aosta, salendo ad altitudini adatte a tutti (il rifugio è a mt. 1860) e, volendo, la strada sterrata, poco frequentata, è percorribile con un passeggino di quelli adatti, fino agli ultimi alpeggi (Visey, quota 1400 mt), regalando scorci panoramici e piacevoli boschi e prati.
Vista la bassa quota, si può salire già dalla primavera e fino all'autunno inoltrato.

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