venerdì 20 novembre 2015

I cinque riti tibetani

Su consiglio di un familiare, che ne ha tratto giovamento, nelle settimane scorse ho letto e "studiato" questo libretto: "I cinque tibetani" di Peter Kelder, ed. Mediterranee, Pag. 137
Si tratta della descrizione di cinque "esercizi" da ripetere un numero dispari di volte (da 5 a 21 ciascuno), in una precisa sequenza, una volta al giorno, più un sesto consigliato solo a determinate condizioni.
I cinque riti, che sarebbero stati tramandati dagli antichi monaci tibetani, dovrebbero attivare cinque centri di energia, consentendo di regalare giovinezza al corpo e salute duratura. A patto di eseguirli al meglio delle nostre possibilità e con costanza, aumentando il numero di ripetizioni con molta gradualità.
In aggiunta, vi sono consigli alimentari e le "recensioni" di persone che hanno provato e sono state soddisfatte del risultato.
Io sto eseguendo questi esercizi, per ora solo nove volte per ciascuno, tutte le settimane, da circa un mese, non di più. Di solito, li associo al "Saluto al Sole" della tradizione yoga, che trovate anche nella app di Claudia Porta.
I primi giorni, ho avuto più dolori che altro, ora invece trovo che mi scaldino, mi aiutino a svegliarmi, mi sciolgano e mi diano una sferzata di energia e voglia di fare, oltre ad aiutarmi a liberare le vie aeree.
Non fosse altro che perché svegliano il metabolismo dopo il sonno notturno.
Non saprei dire se ne ho ricavato altri benefici, per ora, però intendo perseverare ancora. In fondo, male non fanno, a meno che non si abbiano patologie particolari (il libro spieg quali e le precauzioni da osservare) e sono un modo per prendersi cura di se', come minimo tonificarsi e concentrarsi sulla respirazione, per dieci minuti ogni mattina (o sera o a pranzo, purché a stomaco vuoto, direi).
"Dieci anni dopo la prima edizione del libro di Peter Kelder, la Cina invase il Tibet rivendicandolo come parte della "madrepatria" cinese. Nel decennio che segui', mise a ferro e fuoco il piccolo Paese di montagna, devastando una cultura che si era formata nell'arco di migliaia di anni. Infiammati dalla rivoluzione culturale, i cinesi cominciarono a distruggere sistematicamente il buddhismo tibetano in tutto il Paese. I monasteri finirono in rovina, monaci e Lama furono uccisi. Molte antiche lamasserie furono letteralmente fatte esplodere con la dinamite o a colpi di mortaio. ...Preziosissimi testi spirituali furono bruciati o usati come carta igienica. Le biblioteche furono saccheggiate, gli oggetti religiosi furono ridotti in briciole..Si ritiene che dei circa 600.000 monaci che vivendo in Tibet prima dell'invasione cinese ne siano sopravvissuti solo 7000; circa 100.000 fuggirono dalla loro patria. Tre anni dopo l'invasione, quella terra era deturpata dalle macerie... La cosa peggiore, forse, fu l'introduzione in Tibet di un numero stimato intorno ai sette milioni di cinesi Han, che ridussero i nativi ad un'esigua minoranza nel loro stesso Paese. Alcuni definiscono questa dissacrazione del Tibet, l'Olocausto buddhista. Dall'invasione cinese si stima che siano morti 1,2 milioni di tibetani, vittime di violenza, esecuzioni, prigionia, torture, inedia è suicidio. A migliaia sono fuggiti all'estero e lottano per sopravvivere in insediamenti per profughi in condizioni di estrema miseria e privazione. "

Ecco il mio insolito consiglio per questo venerdì del libro!
Se, invece, preferite leggere insieme ai vostri bimbi, vi suggerisco questi libri, da poco entrati nella libreria del ricciolino biondo di casa!


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